Battisti record su Spotify – la bella musica di ieri
Scritto da Osvaldo Lanzillotti il 21 Novembre 2019
Si stava meglio quando si stava peggio, non ci sono più le mezze stagioni. No ragazzi non è la solita solfa ma un dato di fatto che deve far riflettere chi produce musica oggi.
Dodici album in testa agli ascolti già dalle prime 24 ore
Con un pizzico di savoir faire la pubblicazione dei lavori di Battisti e Mogol è avvenuta su Spotify il 29 settembre. Richiamando il titolo di una delle loro canzoni più famose. E subito i brani sono entrati nella top 200.
Preferiti dai giovani e all’estero
Stando ai dati diffusi dal colosso della “musica liquida” Battisti piace ai più giovani (fascia 18-24 anni), e all’estero. Infatti si è stabilito tra gli artisti italiani più ascoltati negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Australia, in Svizzera e in Germania.

Le nuove leve stanno a guardare?
Non essere presenti sulla piattaforma di streaming, almeno fino ad oggi, ha rappresentato un po un limite o se vogliamo una forma di “snobbismo” di chi si sentiva al di fuori di certe logiche e non aveva bisogno di certi aggeggi tecnologici per brillare.
Il Maestro Mogol si spende quotidianamente in incontri e attività con i giovani che gravitano attorno alla musica. Ma di certo ha ben poco a che vedere con le star social di oggi. Anzi, a parere del sottoscritto, tiene molto a mantenere le dovute distanze.
Nonostante tutto un grande successo
Come si spiega? forse perché dopo tutto, cambiano le generazioni, ma le esigenze rimangono uguali, se pur modificate dai tempi che viviamo. Magari adesso si parla di disagio sociale, di vita da strada. Di gente cresciuta in periferia, che canta in rima il suo dolore ed il suo sfogo. Ma sotto sotto c’è ancora la voglia di accendere la radio ( o lo smartphone) e distaccarsi per un attimo dallo “schifo” della vita, per sentir cantare di amore e ideali, come ai bei tempi.
Non stiamo qui a scrivere che due stimati “nonnini”, uno dei quali ci ha lasciati già da un pezzo, hanno messo in fila dietro di loro tutti i “giovani”. Suggerisco solo a chi fa musica di farla seguendo le emozioni, scrivendo di sentimenti se si è innamorati, di guerra se si è attoniti davanti ai telegiornali, di politica se si è un pò stufi di quello che succede in Italia.
Fate come facevano loro, e componete per tirare fuori quello che avete dentro, senza guardare “cosa fanno tutti” e senza tener conto dei dati di ascolto, che vi portano come pecore a seguire il gregge.