L’acqua bene comune, troppo spesso mercificato
Scritto da Alberto Volpe il 22 Marzo 2021
Non è l’assisiate San Francesco ecologico a ricordarcelo, quanto ogni dì il suo omonimo vivente Papa argentino. E neppure dobbiamo attendere che sia una adolescente ambientalista Greta Thumberg, col suo movimentismo generazionale, a ricordarci della “vitale” funzione della risorsa idrica del nostro pianeta. Ma è pure un dato di fatto incontestabile che se l’acqua abbonda e si spreca in talune aree metropolitane, essa è talmente carente in altre realtà continentali, da non riuscire a soddisfare le più elementari necessità igienico-nutrizionali di molti popoli. Eppure con le acque dei fiumi, più o meno di grosse portate, si permettono profitti esorbitanti ad Aziende ed Imprese (v. la CocaCola), le quali elargiscono pubblicitarie “gocce” alle popolazioni dei territori sfruttati, come a voler lavarsi la coscienza della loro escalation finanziaria. Da qui il monito vaticano a non permettere che sull’acqua non si permettano profitti a danno della opportunità di usare la risorsa idrica mondiale. Stesso discorso e con non diversa motivazione andrebbe fatto circa la Salute dei cittadini. E questo se si vuole affermare una strategia ed impostazione ideologica di Sinistra. E per tornare al problema acqua, la sua carenza, maggiormente avvertita anche in questa parte del Mezzogiorno, segnatamente in Calabria, ha una sua logica causa ed origine. Solo ieri qualche Testata giornalistica riportava le dichiarazioni del liquidatore della Sorical, secondo il quale “è sotto gli occhi di tutti la carenza di quel prezioso liquido tra la popolazione calabrese, specie nei mesi estivi”. Eppure le sorgenti, alias potenzialità idriche non difettano, stante la copiosa portata dei suoi corsi fluviali che solcano le vallate calabresi. Così come desta sconcerto ed indignazione l’affermazione dello stesso Liquidatore, secondo cui “si deve registrare un disinteresse sul tema, non risultante nella Agenda politica calabrese”. Se ne deduce che ad oggi può tranquillamente ritenuta fallimentare la gestione da parte di chi ne ha gestito le sorti, ma evidentemente “usata” come carrozzone politico per qualche trombato. Si dà il caso che sul fiume Esaro insiste una diga (in agro di Roggiano), ormai ultimata da più decenni, ma ancora da collaudare. Nessuno sa ? E quali benefici vengono assicurati alla popolazione locale per quelle “proprie” acque ? Per non parlare dello scempio e dello spreco di denaro pubblico che si è fatto di quella diga a monte dello steso Esaro, che si sarebbe dovuta costruire nell’Alto Esaro. Ma alle popolazioni di S.Agata e di Malvito sono state sottratte (per quanto indennizzate) le terre irrigue, ma i benefici di quel mega Progetto sono andati pressoché unicamente alle imprese costruttrici, con cantieri aperti ma ancora oggi abbandonati. Eppure una certa Politica non arretra neppure dissimulando vergogna nei confronti di questo territorio, allorché si ricorda del “sospeso” cantiere, ma in prossimità di consultazioni elettorali. Per andare ad ingrassare con soldi pubblici ancora una volta Imprese per sedicenti “studi di fattibilità”? Certo che anche amministratori locali, di ieri e di oggi, avrebbero di che farsi perdonare dai propri elettori, e questi ultimi ricordarsi di non farsi “sudditi” di chicchessia candidato che voglia ancora una volta “vendere” l’acqua pubblica in cambio di proprie carriere politiche.